Mentre scrivevo questo numero mi sono accorta che, senza averlo deciso prima, c’era un filo conduttore: il fiume. Ora capisco anche perché. Ultimamente sento il bisogno di lasciarmi andare alla corrente, vedere dove mi porta. Andiamo?
Un luogo reale: il Mississippi
Il fiume Mississippi fa parte del mio immaginario narrativo sin da bambina, quando scoprivo le avventure di Huckleberry Finn guardando un anime. Solo qualche anno dopo avrei appreso che venivano da un libro e il mio orizzonte letterario si sarebbe allargato ad altre storie ambientate sulle sue rive, tra le pagine e al cinema. Per anni il Mississippi è rimasto un luogo dell’immaginazione, pur sapendo che è reale e molte di quelle storie, spesso durissime, lo erano state o lo erano ancora. La scorsa settimana in libreria mi sono imbattuta in Mississippi Solo di Eddy L. Harris che racconta un viaggio in canoa lungo il corso del fiume. Alla seconda pagina si legge: “Il fiume ha catturato la mia immaginazione sin da piccolo, e da allora non l’ha mai abbandonata.” Che potere hanno le storie, se un luogo per me così distante è parte del mio immaginario quanto lo è per chi ci è nato e vissuto. D’improvviso quel fiume mi è parso più reale e ho desiderato toccarne un tratto con i miei sensi, farlo entrare nei miei occhi, sentirne l’odore. Tu ci sei statə? Ti va di raccontarmelo?
Un luogo immaginario: la prospettiva di un bambino
Alla Festa del Libro di Zafferana Etnea ho partecipato a un incontro tra scrittorə, illustratorə e editorə di libri per l’infanzia sul tema “La letteratura racconta il mondo” e tra le molte cose belle che ho ascoltato una mi ha colpito più di altre. L’ha detta l’illustratore Sydney Smith raccontando il libro Io parlo come un fiume. Per la storia del bambino che ha difficoltà con le parole ha deciso di adottare un punto di vista vicinissimo alle cose, all’altezza degli occhi del protagonista. Ho pensato a quanto sia difficile, e raro, guardare il mondo dal punto di osservazione di un essere umano piccolo perché quasi sempre quella prospettiva pensiamo di averla lasciata nel passato, crescendo. Recuperarla invece mi sembra più che mai prezioso. E urgente.
Un itinerario tra i libri: sull’acqua
I libri con un fiume o su un fiume che mi è capitato di leggere, alla fine dicevano tutti la stessa cosa, più o meno apertamente: è la corrente a decidere il movimento, non puoi farci niente. Mi pare che il fiume, a differenza del mare, inviti alla filosofia, al raccoglimento, all’attesa e alla resa. Così lo racconta il manga (in volume autoconclusivo) Dobugawa. La superficie dell’acqua, dove presente, ricordi e immaginazione si confondono sulla riva di un fiume. Così la pensano anche i fratelli del Montana che pescano a mosca nel libro In mezzo scorre il fiume di Norman Mclean: “Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume la attraversa.” Pare la verità più semplice e invece è la più difficile. Pure Cognetti la fa difficile in A pesca nelle pozze più profonde che paragona scrittura e pesca. Pensando ai fiumi mi è tornato in mente Sul fiume di Esther Kinsky, una flânerie tra i fiumi che hanno significato qualcosa nella vita della protagonista.
Gita in Grecia: l’Acheronte
Uno dei fiumi significativi della mia vita è stato l’Acheronte e lo è diventato per caso. Parga, in Epiro, era una tappa di un viaggio tra Missolungi e Corfù. Una mattina il tassista Giorgos accompagnò me e la mia amica Anna al Necromanteion, un misterioso luogo sotterraneo dove anticamente si consultava l’oracolo e che si credeva il punto di accesso al regno di Ade. Uscite da lì, Giorgos ci propose il rafting sul fiume Acheronte. L’idea iniziale era di farci lasciare sulla spiaggia di Lichnos ma il fascino che quel fiume esercitava su noi due, cresciute a pane e mitologia classica, ebbe la meglio. Nessuna anima dannata in vista ma Caronte c’era, anche se indossava i calzoncini. Per 40 minuti scendemmo lungo il corso del mitico fiume su un gommone arancione, tra anse tanto trasparenti che pareva di galleggiare sull’aria, punti spumeggianti dal rumore fragoroso, placida corrente colorata di verde dagli alberi sulle rive. In quel viaggio era previsto di tutto: un matrimonio, una laguna, gite in barca, la montagna, siti archeologici, castelli sul mare, boschi, spiagge. Un fiume no. Quel fiume, poi! Se avessero detto alla me ginnasiale che un giorno avrei navigato sull’Acheronte non ci avrei creduto.
Ultime dal sito
Nell’ultima settimana sul sito sono usciti due post, uno sugli ultimi libri letti e uno sugli ultimi podcast ascoltati. Ci sono anche nuovi libri sulla mappa: Roma dal bordo di Loredana Lipperini e L’attrazione dei passi di Tino Mantarro.