#24. Ad Asolo con Freya Stark e Robert Browning
Cosa c'entrano un paesino veneto, una donna che viaggiava a Oriente negli anni '30 e un verbo desueto. Più la solita manciata di libri
Lo scorso settembre ero stata invitata al Festival del Viaggiatore di Asolo ma erano giorni complicati e dovetti declinare. Ci ho ripensato spesso negli ultimi mesi, mi sarebbe piaciuto tornarci a distanza di anni. Ci sono stata nel 2017, un lunedì. Era Maggio ma pioveva.
Ricordo che era di lunedì perché ho la foto di una pinza dietro la vetrina di un negozio chiuso. Era tutto chiuso. La pinza trovai il modo di assaggiarla lo stesso e alla fine che il paese fosse serrato fu un regalo: in giro c’ero solo io con la mia amica Fra, che ero andata a trovare per qualche giorno a Castelfranco.
Un luogo reale: le vie di Asolo e Freya Stark
Scrivevo il 10 maggio 2017, su Instagram:
Una passeggiata ad Asolo, amata da Eleonora Duse e Freya Stark, che hanno deciso di riposarvi per sempre, da Hemingway, Stravinskij e Robert Browning, da Carducci e da Caterina Cornaro, regina di Cipro. E da me, che me ne sono innamorata in un pomeriggio di pioggia.
Ho scoperto poi che a esserci innamorati delle sue viette e dei suoi paesaggi eravamo molti di più. Carducci la definì “città dei cento orizzonti”. A me più degli orizzonti aperti sono piaciuti quelli chiusi dalle arcate che costeggiano le vie, dagli scuri di legno accostati, dai vasi sui balconcini, minuscoli. E i sottotetti, l’acciottolato, i fiori gialli alle finestre e le edere che si aggrappano ai muri chiari, le vetrine strette strette per stare negli spazi più piccoli, quel lembo di cielo che sbircia tra palazzi mai troppo alti.
Più giravo per il paese, più mi era facile immaginare perché se ne fosse innamorata pure la viaggiatrice Freya Stark, che aveva visto molto mondo viaggiando per quasi 50 anni prima di stabilirsi qui (e morirvi a 100 anni). Era un luogo riposante e raccolto che però guardava al mondo e quel mondo l’attraeva a sé.
Di Freya Stark, scoperta proprio qui, un anno dopo avrei scritto su Elle. È stata tra le prime viaggiatrici raccontate in una rubrica che ho amato tenere per molti anni. Più di tutti i suoi incredibili viaggi, quando per una donna non era comune (e in molti casi neppure lecito) spingersi dove arrivò lei, mi è piaciuto scoprire che l’amore per l’altrove glielo avesse acceso un libro ricevuto da bambina dalla zia, le Mille e una notte. Che potremmo definire la quintessenza dei viaggi in poltrona.
I libri di Freya Stark
Per motivi che non comprendo, molti dei libri di Freya Stark non sono stati tradotti e quelli disponibili in italiano sono spesso irreperibili. In inglese se ne trovano di più. Ai tempi delle mie ricerche per l’articolo avevo letto tutto quello su cui ero riuscita a mettere le mani, in ogni lingua disponibile, ma il mio preferito era stato Le valli degli assassini. Conservo gelosamente la mia copia tutta sgualcita con la prefazione di Moravia. Mi pare che al momento sia introvabile in italiano, ma è sempre disponibile in inglese.
Avevo letto con gusto anche Le porte dell’Arabia che segue il suo viaggio in solitaria lungo la pista carovaniera nota come Via dell’Incenso. Per questo dovrai rivolgerti in biblioteca, lo trovo esaurito ovunque. Di recente invece è uscito Una vetta del Darien. Altri titoli che ti segnalo, ancora reperibili, sono Lettere dalla Siria e Vaghe stelle dell’Orsa. Per approfondire la sua vita invece c’è la biografia Freya Stark. Alla scoperta dell’Oriente, scritta da Simonetta Cancian.
I link ai libri di questa sezione sono affiliati. Se decidi di acquistarne uno io ricevo una piccola commissione mentre per te il prezzo è invariato. Uso i ricavi per acquistare altri libri da raccontarti e alimentare i viaggi in poltrona. Ma se decidi di andare nella libreria di quartiere sono contenta lo stesso.
Un luogo immaginario: il verbo asolare
Si dice sia stato il poeta Robert Browning, che ad Asolo visse per molti anni, a coniare il verbo asolare col significato di svagarsi all’aperto. Al borgo dedicò infatti una raccolta di poesie intitolata Asolando, uscita poco prima della sua morte.
Per quanto sia suggestivo, non è vero. Treccani riporta che già Manzoni, nell’edizione del 1827 dei Promessi Sposi (Browning arrivò in Italia per la prima volta 7 anni dopo), usava questo verbo col significato di respirare aria libera: “chi si allontanava per voglia di asolare un po’ al largo, dopo tante ore di pressa”. Nell’edizione seguente sarebbe stato sostituito col verbo respirare. In seguito lo avrebbe usato anche D’Annunzio nel senso di soffiare leggermente: “il vento asolava”.
Gita in Grecia: αναπνέω
Scrivendo del verbo asolare nel suo significato di respirare, mi è venuto in mente il verbo greco αναπνέω, composto da ἀνά + πνέω. Il prefisso dà l’idea della ripetizione mentre il verbo è legato al concetto di soffio vitale, το πνεύμα, che rappresenta anche lo spirito e in senso lato tutto ciò che non è materia.
Dallo stesso termine deriva πνευματικός che a vederlo somiglia all’italiano pneumatico ma non c’entra niente con le gomme delle auto. In greco è il confessore, colui che si prende cura della tua anima. Lo stesso termine si usa come aggettivo col significato di spirituale.
Ultime dal sito
Su IoViaggioinPoltrona.it sono usciti
i Viaggi di Carta, cioè le mie ultime letture
un libro sulla mappa che ti porta in Sardegna
Che meraviglia l'origine della parola "asolare"!! 😍
Stavo già progettando di visitare tutta una parte di nord Italia che ancora non conosco, inserisco immediatamente Asolo nelle tappe… insieme a un libro di Freya Stark 🤩