Sara, se ti dicessi che sono appena tornata da una imprevista toccata-e-fuga in terra sarda? La Tavolara di fronte e il silenzio (della gente, non della natura) intorno a me. E poi le macchie verdi a bordo strada, la rugiada del mattino, gli esercizi commerciali chiusi per vacanza! Non manca molto a quando mi ci trasferirò almeno quattro mesi all'anno, e mai d'estate.
Me la sono proprio goduta questa puntata, attraverso le vostre voci e i vostri contributi a ritrarre una terra che conosco pochissimo e che - ne sono certa - amerei.
Ciao Sara! Che meraviglia questa newsletter tutta isolana! 💙 Immagino che tu abbia ascoltato anche la puntata sulla mia Capraia nel podcast Isole d'inverno. Sono stata costretta purtroppo a lasciarla ancora per un po', purtroppo, e non vedo l'ora di ritornare. Mi manca tantissimo...e poi l'inverno la' su quello scoglio in mezzo al mare...una magia indescrivibile. Spero tanto tu riesca prima o poi a venire a trovarmi proprio là, in mezzo al mare. Grazie, sempre per le tue parole! Un abbraccio 🧜♀️
Sono sarda per parte di padre. Per me la Sardegna è sempre stata la nonna e le zie paterne, Cagliari, casa di nonna e qualche rara puntata al Poetto e la vista della Sella del Diavolo, da qualche parte, all'improvviso.
Ci sono stata per la prima volta, solo per scoprire l'isola dei padri, in età adulta, lo scorso anno. Quattro settimane a marzo che mi hanno emozionato tantissimo, mi hanno fatto capire meglio me stessa e mio padre, attraverso la sensazione dell'isolamento dell'isola (per me era stato "ma qui per qualunque cosa bisogna prendere l'aereo, se voglio vedere una mostra a Milano/Torino/Roma devo prendere un aereo, un weekend a Venezia, un aereo. E tutto quello che succede in continente non fa tappa qui", è stato molto strano e bello, allo stesso tempo). Ti scrivo perché il libro di Michela Murgia, che ho letto prima di partire, è stato un nuovo orizzonte. Ho la Sardegna nel cuore, ovviamente e conto di tornarci e starci di nuovo almeno uno-due mesi. Sempre fuori stagione.
Che immersione, e che voglia di vedere la luce di Carloforte con il suo dialetto e della Sardegna (dove non sono mai stato). Mi ha proprio toccato il concetto di vocazione isolana di cui parli.
Le puntate di "Isole d'inverno" sono un tesoro - e in generale tutte le trasmissioni raccolte nella sezione Tre soldi, che un po' alla volta sto esplorando (ce n'è una splendida che s'intitola "In una parola").
Il racconto di Alessia mi ha riallacciato al mio desiderio di andarci, in Sardegna, e di trasformarlo in tanti ritorni.
Un raduno di Substacker a Carloforte sarebbe davvero un sogno, mi sembra un’idea bellissima!
Grazie Andrea, sono felice che il racconto ti abbia trasmesso queste emozioni, soprattutto la voglia di infinito ritorni (mi piace sempre visitare luoghi nuovi, ma sono una grande fan del tornare in alcuni già visti e farli diventare luoghi del cuore)!
Sono stato diverse volte in Sardegna e non sono mai riuscito a considerarla un'isola. Nel tempo ho capito che la guardavo sempre dal lato sbagliato. Di Carloforte non saprei nemmeno dire se sia Sardegna, o forse la bellezza della Sardegna è che ha mille volti. La sua bellezza brutale (non voglio dire selvaggia) rende l'esperienza del forestiero molto potente se ha una certa sensibilità ma credo sia l'abitudine a non misurarsi più con cose e genti e paesaggi che sono rimasti fedeli a se stessi (isolati, in senso buono) per millenni.
Poi negli anni sono tornato spesso a Cagliari e l'ho amata ogni volta di più. In un modo che mi è difficile perché si traduce nell'indugiare nell'irrazionalità: non so perché ma so che sono nel mio elemento, o in una parte di me che frequento purtroppo poco. Quella che chiamo dionisiaca, irrazionale, incontrollabile, esplosiva.
Casualmente in questi giorni ho scritto un numero della mia newsletter che si chiama Isola, anche se parla di un'isola immaginaria e filosofica (ma che poi rivelo essere Procida). Non è autopromozione (detesto queste cose) ma è proprio un caso, mentre non lo è che io sia stato attratto da questo numero della tua newsletter: il titolo mi stava chiamando.
Ciao Martino, che bello trovarti qui. Tra l'altro avevo giusto salvato la tua puntata sull'isola per leggermela con calma, perché è proprio un argomento che mi riguarda direttamente, da isolana.
Interessante questa percezione della Sardegna che non si avverte come isola.
Sara, se ti dicessi che sono appena tornata da una imprevista toccata-e-fuga in terra sarda? La Tavolara di fronte e il silenzio (della gente, non della natura) intorno a me. E poi le macchie verdi a bordo strada, la rugiada del mattino, gli esercizi commerciali chiusi per vacanza! Non manca molto a quando mi ci trasferirò almeno quattro mesi all'anno, e mai d'estate.
Ma che bellissima concomitanza, Simona! L'isola quieta che descrivi somiglia alla mia, che mi godo anch'io più in altre stagioni che d'estate.
Me la sono proprio goduta questa puntata, attraverso le vostre voci e i vostri contributi a ritrarre una terra che conosco pochissimo e che - ne sono certa - amerei.
Grazie Serena, è per me un regalo ospitare voci che conoscono e amano i luoghi tanto da volerli dire
L’unico commento che posso fare è: che felicità! 💙
Io invece ti ringrazio ancora per il tuo racconto :)
è stato molto bello leggervi! Grazie!
Detto da te, Alice <3 conta mille!
Io direi anche diecimila ❤️
Ciao Sara! Che meraviglia questa newsletter tutta isolana! 💙 Immagino che tu abbia ascoltato anche la puntata sulla mia Capraia nel podcast Isole d'inverno. Sono stata costretta purtroppo a lasciarla ancora per un po', purtroppo, e non vedo l'ora di ritornare. Mi manca tantissimo...e poi l'inverno la' su quello scoglio in mezzo al mare...una magia indescrivibile. Spero tanto tu riesca prima o poi a venire a trovarmi proprio là, in mezzo al mare. Grazie, sempre per le tue parole! Un abbraccio 🧜♀️
È a te che penso sempre quando parlo o scrivo di isole ☺️ spero di venire a trovarti anch'io, sarebbe magnifico vederla con te.
♥️😘
Sono sarda per parte di padre. Per me la Sardegna è sempre stata la nonna e le zie paterne, Cagliari, casa di nonna e qualche rara puntata al Poetto e la vista della Sella del Diavolo, da qualche parte, all'improvviso.
Ci sono stata per la prima volta, solo per scoprire l'isola dei padri, in età adulta, lo scorso anno. Quattro settimane a marzo che mi hanno emozionato tantissimo, mi hanno fatto capire meglio me stessa e mio padre, attraverso la sensazione dell'isolamento dell'isola (per me era stato "ma qui per qualunque cosa bisogna prendere l'aereo, se voglio vedere una mostra a Milano/Torino/Roma devo prendere un aereo, un weekend a Venezia, un aereo. E tutto quello che succede in continente non fa tappa qui", è stato molto strano e bello, allo stesso tempo). Ti scrivo perché il libro di Michela Murgia, che ho letto prima di partire, è stato un nuovo orizzonte. Ho la Sardegna nel cuore, ovviamente e conto di tornarci e starci di nuovo almeno uno-due mesi. Sempre fuori stagione.
😍 grazie per questa condivisione, è molto bella la tua ricerca delle radici, la voglia di comprendere ❤️
Che immersione, e che voglia di vedere la luce di Carloforte con il suo dialetto e della Sardegna (dove non sono mai stato). Mi ha proprio toccato il concetto di vocazione isolana di cui parli.
Le puntate di "Isole d'inverno" sono un tesoro - e in generale tutte le trasmissioni raccolte nella sezione Tre soldi, che un po' alla volta sto esplorando (ce n'è una splendida che s'intitola "In una parola").
Il racconto di Alessia mi ha riallacciato al mio desiderio di andarci, in Sardegna, e di trasformarlo in tanti ritorni.
Chissà che in qualche momento non si finisca per incontrarsi tutt* a Carloforte :D
Tre soldi è uno scrigno, davvero. Mi piace così tanto che mi sono pure immaginata una serie da fare io (ma non mi hanno risposto :P ).
Sarebbe proprio bello trovarsi tuttə a Carloforte!
Un raduno di Substacker, come si faceva un tempo coi forum
Esatto! È da un po' che ci penso: magari in una delle prossime puntate faccio partire un sondaggio.
Un raduno di Substacker a Carloforte sarebbe davvero un sogno, mi sembra un’idea bellissima!
Grazie Andrea, sono felice che il racconto ti abbia trasmesso queste emozioni, soprattutto la voglia di infinito ritorni (mi piace sempre visitare luoghi nuovi, ma sono una grande fan del tornare in alcuni già visti e farli diventare luoghi del cuore)!
Sono stato diverse volte in Sardegna e non sono mai riuscito a considerarla un'isola. Nel tempo ho capito che la guardavo sempre dal lato sbagliato. Di Carloforte non saprei nemmeno dire se sia Sardegna, o forse la bellezza della Sardegna è che ha mille volti. La sua bellezza brutale (non voglio dire selvaggia) rende l'esperienza del forestiero molto potente se ha una certa sensibilità ma credo sia l'abitudine a non misurarsi più con cose e genti e paesaggi che sono rimasti fedeli a se stessi (isolati, in senso buono) per millenni.
Poi negli anni sono tornato spesso a Cagliari e l'ho amata ogni volta di più. In un modo che mi è difficile perché si traduce nell'indugiare nell'irrazionalità: non so perché ma so che sono nel mio elemento, o in una parte di me che frequento purtroppo poco. Quella che chiamo dionisiaca, irrazionale, incontrollabile, esplosiva.
Casualmente in questi giorni ho scritto un numero della mia newsletter che si chiama Isola, anche se parla di un'isola immaginaria e filosofica (ma che poi rivelo essere Procida). Non è autopromozione (detesto queste cose) ma è proprio un caso, mentre non lo è che io sia stato attratto da questo numero della tua newsletter: il titolo mi stava chiamando.
https://martinopietropoli.substack.com/p/125-isola?r=e0di4
Ciao Martino, che bello trovarti qui. Tra l'altro avevo giusto salvato la tua puntata sull'isola per leggermela con calma, perché è proprio un argomento che mi riguarda direttamente, da isolana.
Interessante questa percezione della Sardegna che non si avverte come isola.